La penna sul cappello di feltro è l’emblema degli Alpini fin dal 1872, anno di fondazione del corpo per iniziativa del capitano Giuseppe Perrucchetti.

Lunga circa 25-30 cm, è inserita sul lato sinistro del cappello, leggermente inclinata all’indietro. È di corvo (nera) per la truppa, d’aquila (marrone) per i sottufficiali e per gli ufficiali inferiori, d’oca (bianca) per gli ufficiali superiori e i generali. Il dischetto di lana, o nappina, sul quale viene infilata la penna distingue i battaglioni di ogni reggimento: il primo battaglione ha la nappina bianca, il secondo rossa, il terzo verde e il quarto azzurra.

L’idea della penna non venne dal nulla. Il copricapo doveva ricordare il Risorgimento dal quale era nato il Regno d’Italia, i cui confini settentrionali sarebbero stati presidiati dal nuovo corpo militare. Deriva infatti dal cosiddetto “cappello all’Ernani”, chiamato così dal copricapo tondo e con la penna indossato dal protagonista dell’omonima opera lirica di Giuseppe Verdi (1844), che narra di un montanaro ribelle che si oppone alla tirannia spagnola. Già nel 1848 fu indossato come simbolo di patriottismo da molti volontari insorti contro il dominio austro-ungarico, prima di passare agli Alpini.

Domanda posta da Luisella di Biella.