Da quartiere a rischio a meta turistica. A Napoli, il Rione Sanità riscopre i suoi tesori grazie a Don Antonio Loffredo che ha rimesso a nuovo le Catacombe di San Gennaro. E i turisti accorrono.

Il Rione Sanità di Napoli è da sempre rimasto escluso dal circuito turistico a causa della sua fama di quartiere a rischio. Isolamento e degrado culturale, avevano trasformato la zona in un vero e proprio ghetto, ma l’amore di un parroco e di un gruppo di ragazzi ha restituito al quartiere una nuova vita.
Lui è don Antonio Loffredo, parroco della Basilica S. Maria della Sanità ed è stato lui a coinvolgere altri giovani del quartiere in questo progetto: “San Gennaro extra moenia, una porta dal passato al futuro”. Lo scopo era quello di riaprire al pubblico le Catacombe di San Gennaro e di San Gudioso, riaprire il Rione ai turisti e stimolare lo sviluppo economico della zona.

La catacomba di San Gennaro

Don Antonio arriva nel Rione nel 2001 e subito si mette all’opera; circondandosi di un gruppo di ragazzi volenterosi e di un ristretto team di esperti, riesce a rendere di nuovo agibile la Catacomba di San Gaudioso, ripulendola, illuminandola e creando percorsi turistici accattivanti. Visto il successo dell’iniziativa, perché allora non tentare il colpo grosso con la Catacomba di San Gennaro?
All’epoca (siamo nel 2006), la Basilica di San Gennaro era proprietà dell’Azienda Sanitaria Locale, ed era usata come deposito per letti, brande e cartelle cliniche. Ma don Antonio e la sua squadra non si perdono d’animo e nel luglio del 2009 la Santa Sede nomina Antonio Loffredo Direttore di tutte le Catacombe di Napoli e della Chiesa di San Gennaro.

“La qualità del loro lavoro è stata ed  è eccezionale” dice don Antonio “sono riusciti a riaprire al pubblico questi eccezionali tesori, costruendo nuovi percorsi, rendendoli accessibili ai disabili, curandone l’illuminazione e tutti i diversi aspetti per offrire al visitatore sensazioni ed emozioni particolarissime. E’ bello poi sottolineare che anche la gestione del corrente è ad alto livello: basta osservare la pulizia e l’ordine presente nelle strutture gestite, la cordialità dell’accoglienza ai visitatori, la competenza nell’assistenza alle visite guidate”.
Simbolicamente, proprio nel giorno di San Gennaro (il 19 settembre 2013) è stata inaugurata la prima edizione di Paleocontemporanea: la mostra/evento finalizzata a promuovere lo sviluppo e la fruibilità dell’ arte attraverso la contaminazione tra arte antica (Paleo) e contemporanea.

Il successo è andato aldilà di ogni previsione: un incremento di turisti di oltre il 68% nelle Catacombe di San Gennaro, principale nucleo espositivo, con gli ipogei soprastanti e la Basilica di San Gennaro extramoenia, che hanno ospitato più di cinquanta artisti tra pittori, scultori, fotografi e multimediali. Mentre la mostra/evento è stata visitata da oltre 10mila persone in pochi mesi, considerando che i siti coinvolti risultano i meno accessibili dai turisti per un problema di trasporti non così efficienti.

“Il bello” dice don Antonio “inteso come arte, è di tutti come è scritto nella Costituzione. E noi lo facciamo vivere”.