L’Esposizione Universale dedicata all’alimentazione è una straordinaria opportunità per Milano e per il Paese intero. Giuliano Pisapia, sindaco del capoluogo lombardo, è pronto alla sfida.

Un miliardo di investimenti portato in dote dai 144 Paesi partecipanti, diecimila lavoratori coinvolti, oltre venti milioni di visitatori attesi. Dall’1 maggio all’1 ottobre, Milano sarà al centro del mondo grazie a Expo, l’esposizione universale dedicata al tema dell’alimentazione. Sei mesi di incontri, convegni, mostre e spettacoli con l’obiettivo di garantire, oggi e soprattutto domani, cibo sano, sicuro e sufficiente alla popolazione del pianeta. Una vetrina eccezionale per la città e per l’Italia intera, come ci spiega il sindaco del capoluogo lombardo, Giuliano Pisapia.

L’evento vero e proprio si terrà fuori Milano. Come la città (il centro e i vari quartieri) verrà coinvolta nella manifestazione?

«Per la prima volta nella storia delle Esposizioni Universali, l’Expo non vivrà solo sul sito espositivo ma anche nella metropoli che la ospita. Per coinvolgere Milano e il suo territorio abbiamo progettato “Expo in Città”, sei mesi animati da oltre 20mila eventi culturali, scientifici e sportivi. Grandi mostre, nuovi musei, il Teatro alla Scala con alzate di sipario sei giorni su sette grazie a un programma speciale, convegni scientifici internazionali per dibattere il tema di Expo, “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”. Inoltre i tanti milioni di visitatori non potranno perdere la più grande mostra dedicata in Italia a Leonardo Da Vinci o la Pietà Rondanini, l’ultimo capolavoro di Michelangelo, trasferita in un nuovo bellissimo allestimento al Castello Sforzesco. Sono molti anche i Paesi che, oltre a essere presenti sul sito espositivo, hanno programmato eventi in città. Penso a Francia, Germania, Cina o Stati Uniti, solo per fare qualche esempio. Milano sarà certo il posto dove essere nel 2015 ed “Expo in città” un modello per le Esposizioni che verranno».

Quanto le inchieste della magistratura hanno turbato l’evento? Ha paura che ne abbiano minato la credibilità agli occhi degli italiani e dei Paesi esteri?

I 140 Paesi partecipanti a Expo Milano e i 53 padiglioni nazionali (un record anche rispetto a Shanghai 2010), dimostrano in ogni caso che il mondo crede e investe nella nostra Esposizione. Certo, fa più notizia lo scandalo che l’efficacia dei controlli ma la novità, troppo poco messa in risalto, è che il sistema dei controlli ha permesso di combattere efficacemente i tentativi di infiltrazione della corruzione e della criminalità organizzata. Il sistema creato costituisce un modello che un’istituzione internazionale autorevole come l’OCSE [Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr] ha valutato positivamente al punto da farne uno strumento esportabile in altri contesti. In questo senso il modello Milano per gli appalti pubblici sarà una delle grandi eredità di Expo.

Biagio Picardi

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Nato a Lagonegro, un paesino della Basilicata, e laureato in Scienze della Comunicazione, vive a Milano. Oltre che per Radici attualmente scrive per Focus Storia e per TeleSette e realizza gli speciali biografici Gli Album di Grand Hotel. In precedenza è stato, tra gli altri, caporedattore delle riviste Vero, Stop ed Eurocalcio e ha scritto anche per Playboy e Maxim. Nella sua carriera ha intervistato in esclusiva personaggi come Giulio Andreotti, Alda Merini, Marcello Lippi, Giorgio Bocca e Steve McCurry.