Dagli antichi castelli ai palazzi nobiliari: i potenti di tutti i tempi hanno sempre chiesto ai loro architetti di escogitare una via di fuga da utilizzare in extremis. Non importa quanto un castello fosse maestoso o una fortezza inespugnabile, regnanti e nobili hanno sentito l’esigenza di lasciarsi una via di scampo sempre aperta. È per questo che ogni centro di potere cela un mondo sotterraneo fatto di intricati labirinti, corridoi misteriosi e impenetrabili cunicoli. Eccone quattro tra i più importanti situati in Italia.

Il Passetto di Borgo del Vaticano

Fin dal Medioevo il papa poteva mettersi al sicuro, in caso di bisogno, nel Passetto di Borgo, un passaggio che collega il Palazzo Vaticano a Castel Sant’Angelo.
La costruzione del Passetto si data intorno al 1227, quando il pontefice Niccolò III fissò la sua residenza nel Palazzo Vaticano, non lontano dalla fortezza di Castel Sant’Angelo, considerata inespugnabile.
Per raggiungere rapidamente il castello dalla sua abitazione, il papa fece costruire, sfruttando le vecchie mura difensive del IX secolo, un passaggio coperto lungo 800 metri.
Niccolò III non ebbe mai bisogno di utilizzare il Passetto, ma la sua lungimiranza salvò la vita ad alcuni dei successori al trono di Pietro. Nel 1494, infatti, papa Alessandro VI fu costretto a rifugiarsi in Castel Sant’Angelo per l’invasione delle truppe francesi del re Carlo VIII. Appena qualche decennio dopo, nel 1527, anche Clemente VII fuggì attraverso il camminamento per scampare al saccheggio di Roma da parte dei Lanzichenecchi, i mercenari assoldati dall’imperatore Carlo V d’Asburgo.
In seguito nessun altro pontefice ebbe necessità di usare il Passetto, che perse così la sua funzione originaria. In alcuni periodi dell’anno è visitabile.

Simone Zimbardi / Focus Storia

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