Non c’erano solo i briganti del Sud. Dal Piemonte alla Romagna, dalla Sardegna allo Stato pontificio, ecco gli altri ribelli.

Il brigantaggio fu davvero un’esclusiva del Sud Italia? Non esattamente. Il brigantaggio e il banditismo imperversarono durante tutto l’Ottocento e in parte del Settecento. In alcuni casi ebbero origini anche più antiche e coinvolsero ampiamente il Nord e il Centro Italia. Il brigantaggio centrosettentrionale è di solito poco presente nei manuali di storia, forse perché non ebbe la stessa risonanza. Gli storici sono infatti pressoché concordi nell’attribuire al brigantaggio settentrionale meno implicazioni politico-sociali soprattutto perché qui i poteri locali e il sentimento identitario di contrapposizione alla neonata Italia furono meno forti che nei territori dell’ex Regno delle Due Sicilie. Ma fu davvero così?

Molti scrittori fecero dei briganti il prototipo del ribelle romantico.
“Il brigante preunitario non aveva scopi politici” spiega Dino Mengozzi, docente di Storia contemporanea a Urbino. “Le sue azioni diventavano però politiche non appena venivano interpretate da commentatori e giornali”. I papalini, per esempio, imputavano ai briganti i disordini rivoluzionari del 1848-49, mentre i liberali addossavano le colpe ai preti sobillatori e ai reazionari. Il fenomeno per cui gli atti criminali vengono imputati agli avversari politici si ripete con continuità, dall’età napoleonica all’Unità d’Italia. “Esistono del resto casi come quello del brigante Sciabolone, che passò da una parte all’altra delle barricate nel 1848-49. Per un certo periodo fu papalino, per un altro repubblicano” dice lo storico.

Pietro Pasini

Bottone Radici