Elio e le storie tese hanno stravinto : il secondo posto, il premio della critica « Mia Martini » e quello degli arrangiamenti. Al poveretto reduce di X Factor, Marco Mengoni, gli è rimasto il primo posto peraltro non rubato. E i Modà che potevano aspirare a ben più si sono accontentati del terzo posto. È Sanremo, sorprendente e deludente ogni volta… e noi sempre più tifosi dell’uno o dell’altro.

Ma che sia detto una volta per tutte a rischio di sembrare un « cattivo perdente ». Se una canzone come quella di Elio e le storie tese ha stravinto per me c’è una sola ragione : non abbiamo più riferimenti musicali. La banalità della musica e del testo, in sè insignificanti, riflettono un’incapacità musicale di andare più lontano. E non mi si venga a dire che è una questione di leggerezza, perché altrimenti è inutile far fare della satira a Claudio Bisio o a Maurizio Crozza. Un Alvaro Vitali qualunque, avrebbe allietato con più soddisfazione il bisogno di leggerezza di un certo pubblico e in linea con il gruppo che ha stravinto.

Tutte le canzoni, forse escluso due o tre non all’altezza, erano migliori di quella di Elio e le storie tese, tutte. E chi vince ? L’amico degli amici. Lo pseudo gruppo di sinistra al caviale impegnato in trasmissioni televisive cosiddette impegnate. Ah dimenticavo: che ci faceva la Serena Dandini nella giuria, essendo lei che ha lanciato il gruppo nella sua trasmissione televisiva Parla con me ?

Insomma Fazio e Littizzetto avranno pure fatto un Festival con meno budget e più qualità, ma il risultato finale non è stato all’altezza degli sforzi.

Davanti a tanta mediocrità musicale e testuale nell’esito finale di Sanremo e mi riferisco alla Canzone mononota personalmente consiglio l’antidoto dei grandi della vera musica italiana, compreso Murolo e Carosone per citare i più vecchietti che di gioventù musicale ne hanno da vendere, senza citare Vasco Rossi e Lucio Dalla. Altro che questi pagliacci da circo che dicono e fanno tutto e il contrario di tutto… Di loro rimane il trasformismo di cui sono stati capaci…l’ultimo, quelli in cui erano gonfi di se stessi, è il migliore…

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Rocco Femia, éditeur et journaliste, a fait des études de droit en Italie puis s’est installé en France où il vit depuis 30 ans.
En 2002 a fondé le magazine RADICI qui continue de diriger.
Il a à son actif plusieurs publications et de nombreuses collaborations avec des journaux italiens et français.
Livres écrits : A cœur ouvert (1994 Nouvelle Cité éditions) Cette Italie qui m'en chante (collectif - 2005 EDITALIE ) Au cœur des racines et des hommes (collectif - 2007 EDITALIE). ITALIENS 150 ans d'émigration en France et ailleurs - 2011 EDITALIE). ITALIENS, quand les émigrés c'était nous (collectif 2013 - Mediabook livre+CD).
Il est aussi producteur de nombreux spectacles de musiques et de théâtre.