Il regista Roberto Andò, ospite tra l’altro a Toulouse de Les inoubliables du cinéma italien, racconta Matteo Renzi, il nuovo Premier, a metà tra fascinazione e rifiuto. “Ha vitalità e vuole stupire. La politica però non è la Ruota della fortuna”.

I due veri partiti che lottano sono quelli dei “Contadini” e dei “Luigini”. Sono “Contadini” tutti quelli che fanno le cose (…) che non vivono di protezioni, di sussidi, di mance governative. E i “Luigini” chi sono? Sono la grande maggioranza (…) quelli che dipendono e comandano, e amano e odiano le gerarchie. E servono e imperano. (da L’orologio di Carlo Levi)

La sinistra vinse finalmente e si legittimò, e conobbe il piacere delle folle osannanti quando scambiò il depresso leader navigato e impomatato con il suo fratello gemello, dai tratti invero singolari ma effervescente, sorridente, ottimista, anticonformista. Uno scambio di persona, letteralmente una truffa. Ma risolutiva, palingenetica. L’idea dello scambio è di Roberto Andò, che prima l’ha scritta nel suo romanzo Il trono vuoto e poi l’ha portata al cinema. Viva la libertà non è solo una grande illustrazione della politica come commedia, ma è un magnifico film.

Renzi un po’ assomiglia a Giovanni Errani, il filosofo eccentrico interpretato da Toni Servillo che veste i panni dell’improvvisato leader.
“Io non vedo molte somiglianze invece. Errani recita, non desidera il potere, fa puro teatro. Renzi, invece lo vuole il potere, e fa di tutto per conquistarlo”.

Antonello Caporale / Il Fatto Quotidiano

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