Quello di Ron Howard è un nome di quelli che a Hollywood risuona un po’ ovunque. Prima attore di successo nella leggendaria serie degli anni ’60 Happy days, ma è dietro la telecamera che ha sfoggiato un talento che pochi possono eguagliare. Sua la regia di film indimenticabili come Cocoon, Apollo 13, Il codice Da Vinci e il film premio Oscar A beautiful mind.

Ron Howard è stato scelto per girare un film-documentario sulla vita del grande tenore Luciano Pavarotti, una vera biografia autorizzata dalla fondazione Patrimonio Pavarotti e prodotta da due case discografiche internazionali: Universal Music Classics e Decca Records.
La vita di Pavarotti è stata un susseguirsi di successi, dovuti al suo straordinario talento ma anche alla sua innata umanità e al suo calore, che lo hanno reso una vera icona popolare, con un pubblico affezionatissimo che lo ha seguito per anni nelle sue tournée e nelle grandi arene e nei progetti benefici come il Pavarotti and friends, durante i quali il tenore si esibiva affianco a stelle della musica come gli U2, i Deep Purple, Zucchero, Eric Clapton e tanti altri. Più di un semplice tenore, Pavarotti è stato una vera rock-star e un autentico filantropo. Fu proprio Big Luciano ad aver fondato e finanziato il Pavarotti Music Center in Bosnia e aver raccolto fondi di beneficenza per i rifugiati provenienti dall’Afghanistan e dal Kosovo.
Stando alle parole di Ron Howard, il documentario sarà incentrato soprattutto sulla sua musica e sul suo straordinario rapporto col pubblico. Ecco le parole del regista:

Luciano Pavarotti ha vissuto una vita ricca di alti e bassi come un grande film drammatico e, come ogni protagonista interessante, è stato anche uomo di notevoli contraddizioni. La sua carriera è stata guidata dalle sue ambizioni artistiche, alimentate da un enorme talento, e da un profondo amore per l’umanità che, oltre a instaurare un potente legame con il suo pubblico, ha plasmato la sua seconda vita di filantropo a livello mondiale. A me interessa vedere il modo in cui questa passione ha portato avanti la sua musica e il potente legame con il pubblico, e lo ha spinto a realizzare una seconda vita di filantropo”.