La collaborazione tra i due maestri per un fumetto unico nel suo genere, con protagonisti d’eccezione: Benigni, Mastroianni e Paolo Villaggio.

Tutti ebbe inizio nel 1985, quando Federico Fellini compì 65 anni. Il giornalista e scrittore Vincenzo Mollica, intimo amico del regista, chiese a molti fumettisti di preparare un disegno ispirato a Fellini e alla sua opera, come regalo di compleanno. Per Milo Manara, da sempre ammiratore del cineasta, era un sogno che si realizzava: «Non credevo certo che avrebbe guardato la mia storia: per me lui era come la Madonna Pellegrina, che viveva in un altro mondo rispetto a quello dei comuni mortali».

Compose una storiella di 4 pagine che Fellini apprezzò moltissimo, al punto di invitare Manara sul set di Ginger e Fred a Cinecittà. Era un momento duro per il maestro Fellini: non c’era nessun produttore disposto ad investire su di lui, sebbene avesse tra le mani una sceneggiatura già pronta: Viaggio a Tulum. Fellini mostrò lo storyboard a Milo Manara, il quale iniziò da lì a sviluppare i disegni veri e propri, che furono poi pubblicati a puntate nel 1989 sulla rivista Corto Maltese. Altri tempi, altri personaggi.
L’ultima edizione dell’opera di Manara risale al 1991, poi sparì dalla circolazione. Fino ad oggi.

Paolo Villaggio e Roberto Benigni secondo Manara

Paolo Villaggio e Roberto Benigni secondo Manara

In occasione del Lucca Comics, la più importante fiera italiana del fumetto, del cinema e dei giochi, il fumetto rivive in una versione deluxe in gran formato, che permette di apprezzare ogni dettaglio di una Cinecittà onirica, immersa in un sogno ad occhi aperti in cui navigano come navi senza vele personaggi come Roberto Benigni, Marcello Mastroianni, Paolo Villaggio: tutti riuniti per omaggiare il talento dei due maestri. Difficile seguire la trama dell’opera, un susseguirsi di impressioni surrealiste, di personaggi bizzarri e pieno di quelle bellissime donne che solo Manara sa disegnare così: vere e sensuali.
La collaborazione tra i due non fu facile, come ricorda Milo: «[Fellini] aveva il controllo di tutto. Dovevo fare una brutta copia su cui faceva le correzioni. È stata una scuola anche molto severa ma sempre piacevole, da cui ho imparato moltissimo e che non scorderò mai».
Ma la storia che Manara scrisse per i 65 anni di Fellini, come finiva poi?
«Senza fine. Proprio come piaceva a lui», risponde Milo con un sorriso.

Plus de publications

Rédacteur et webmaster de RADICI