Fu la nostra rivoluzione dell’immediato Dopoguerra: chi si trasferiva in città, chi scopriva il tempo libero… Per anni l’Italia rimase sospesa tra passato e modernità, vivendo un’epoca di ottimismo.
È solo un tempo a cui guardare con nostalgia? No, è un esempio da cui imparare per capire meglio i cambiamenti che ci hanno portato ai nostri giorni. La Storia è un ripetersi di situazioni dalle quali bisogna imparare a fare meglio.

Mentre in America l’impomatato Elvis Presley dimena il bacino sul palco, in Italia le donne hanno appena conquistato il frigorifero, gli uomini sfrecciano veloci sulle loro automobiline, le ragazze sfoggiano i primi bikini. E i bambini lottano per rimanere svegli a guardare Carosello (programma televisivo che consisteva in una serie di filmati, spesso sketch comici sullo stile del teatro leggero o intermezzi musicali seguiti da messaggi pubblicitari). Alla fine degli Anni ‘50, in un’Italia dai mille volti, ognuno vive il proprio miracolo. Ma i tabù che si incrinano, la tv e il consumismo sono solo alcuni aspetti di quel particolare periodo, compreso tra il 1959 e il 1962, non per tutti fortunato, ma per tutti di enorme cambiamento.

“La miseria è per molti solo un ricordo” declamano i cinegiornali dopo l’arrivo degli aiuti americani, quei 1.300 milioni di dollari destinati all’Italia dal Piano Marshall. “Chi ricorda ormai quando lo zucchero costava 1.200 lire al chilo, la pasta 350 e i salari erano la metà di adesso? Quando nelle famiglie per bene delle grandi città la mamma era costretta a vendere il materasso, il nonno fumava le cicche nella pipa e il papà era costretto a fare 20 km in bicicletta per un fiasco di olio e due polli?”. Ma non è tutto oro quel che luccica.

Maria Leonarda Leone / Focus Storia

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