Il 25 aprile è una delle date più significative della storia italiana: è il giorno della Liberazione dal nazifascismo. Quest’anno celebriamo gli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, ricordando il sacrificio di donne e uomini che hanno combattuto per la libertà e la democrazia.
La Resistenza italiana non fu solo una lotta armata contro l’occupazione nazista e il regime fascista di Salò, ma un vero e proprio movimento popolare, un risveglio civile che unì operai, intellettuali, contadini, studenti e militari. Il loro coraggio pose le basi per la nascita di una nuova Italia, finalmente libera da dittature e totalitarismi.
Dalle montagne del Piemonte all’Appennino tosco-emiliano, dalle città del Nord ai borghi martoriati dalla repressione nazifascista, la Resistenza fu un mosaico di lotte e speranze, segnato da episodi tragici come le Fosse Ardeatine, Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema. Ma fu anche il segno di un Paese che rifiutava l’oppressione e sceglieva di guardare avanti.
L’atto conclusivo di questa battaglia civile e morale fu la nascita della Repubblica Italiana, sancita dal referendum del 2 giugno 1946. La Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, affermò i principi di libertà, uguaglianza e giustizia sociale, facendo dell’antifascismo una pietra angolare del nuovo Stato.
Oggi, a ottant’anni di distanza, il 25 aprile non è solo una ricorrenza storica, ma un monito per il presente e il futuro: la libertà non è mai un dono scontato, ma una conquista da difendere ogni giorno. [Vedi art. di L. Tosa, p. 24]