Nel 2025 si celebrano i 250 anni dalla nascita di Alessandro Manzoni (1785-1873). In Italia, Manzoni è un monumento nazionale, come Victor Hugo per i francesi: scrittore, poeta, pensatore, padre spirituale della lingua unificata.

Il suo capolavoro, I promessi sposi, pubblicato nella versione definitiva tra il 1840 e il 1842, è considerato il primo grande romanzo scritto in italiano moderno. Prima di lui, molti autori scrivevano in dialetto o in uno stile letterario distante dal parlato. Manzoni, invece, lavorò la lingua con rigore e passione, ispirandosi al fiorentino “parlato dalle persone colte”, per offrire un italiano accessibile a tutti. In un Paese ancora frammentato, la sua scelta ebbe un valore politico e simbolico.

Ma I promessi sposi non è solo una lezione di lingua, è un romanzo storico, un affresco sociale, una riflessione profonda sulla giustizia, la fede e la dignità dei più deboli. Raccontando le sventure di due giovani lombardi, Renzo e Lucia, Manzoni mise in scena la forza del popolo contro l’arroganza dei potenti. Leggere Manzoni oggi, anche fuori dall’Italia, significa riscoprire un autore che ha creduto nel potere della parola per cambiare la realtà.