Un bosco nel cuore del Parco dei Nebrodi, nel comune di Troina – in provincia di Enna, in Sicilia. Certamente uno dei Borghi più belli d’Italia. Famoso per il suo passato normanno e i bellissimi panorami, era stato lasciato al proprio destino per oltre quarant’anni, e così era finito nelle mani della criminalità. Negli ultimi anni il sindaco del paese, Fabio Venezia, che da 7 anni vive sotto scorta, con l’aiuto degli abitanti ha voluto strappare il bosco dalle mani della mafia e restituirlo al paese riportando entusiasmo e speranza sui Nebrodi e soprattutto una ventata di legalità. L’impresa merita di essere conosciuta: il bosco di Troina si trova nel parco nazionale dei Nebrodi, un paradiso verde fatto di faggi e cerri, con sentieri usati ancora oggi per la transumanza, 4200 ettari di parco comunale di cui l’85% nelle mani di alcune famiglie mafiose che negli anni li aveva sottratti al Comune e che su quelle terre avevano creato illegalmente le loro imprese utilizzando fondi ed incentivi dell’Unione Europea destinati all’agricoltura. Ovviamente quando i giovani di Troina e il suo sindaco dicono di no alla mafia la risposta dei clan non si fa aspettare, ma loro non si fermano. Trovano nel presidente del Parco dei Nebrodi, Beppe Antoci l’alleato ideale per fermare il potere del sistema mafioso. Con la trasformazione dell’azienda pubblica silvo-pastorale in attività agricola, si è riportata la vita nel cosiddetto “bosco dei Normanni”. Dai nove dipendenti attuali, si passerà (appena il Covid lo permetterà) ad una cinquantina di impiegati. L’azienda produce legna, salumi e cosmetici di latte d’asina, e si sta avviando la ristrutturazione di un antico rifugio per farne un resort da 24 stanze e 150 coperti. Ecco una buona idea di turismo in Sicilia, e non dimentichiamo che anche aiutando queste aziende sociali possiamo contrastare le mafie.