Fontamara, misero paesino della Marsica, affacciato sulla piana del Fucino, è il simbolo dell’universo contadino. I fatti narrati nel primo romanzo di Ignazio Silone si svolgono in questo posto e in quest’epoca e potrebbero svolgersi in una qualsiasi periferia del mondo in qualsiasi epoca della storia. Negli anni della dittatura fascista, i “cafoni” di Fontamara subiscono angherie e ingiustizie con una tale sottomissione e naturalezza che le pretese dei più potenti sono da loro considerate come una normale fatalità, come la grandine o un inverno più rude degli altri. Quando però il signorotto locale decide di staccare loro la corrente elettrica e inganna i contadini analfabeti facendo firmare loro un documento nel quale rinunciano all’utilizzo dell’unica fonte d’acqua del paese a profitto delle terre più fertili a valle, il giovane Berardo Viola si ribella. Una fiammella di dignità, che verrà repressa nella violenza.

Francesca Vinciguerra

Née en 1991 à Lanciano, Francesca Vinciguerra a récemment obtenu son diplôme en littératures française et européenne dans les universités de Turin et de Chambéry, avec un mémoire en littérature post-coloniale française. Depuis septembre 2016, elle vit à Toulouse, ville où elle a entrepris une collaboration avec la revue RADICI et a terminé un service civique avec l’association de musique baroque Ensemble baroque de Toulouse.