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Il genio della tavolozza ha avuto una vita violenta e una morte poco chiara. In più, come artista, è stato dimenticato per anni. Perché ?

Il primo mistero, e anche il più grande, è perché sia stato dimenticato per oltre due secoli. Oggi Caravaggio è l’artista italiano più studiato e seguito nel mondo, una “star” che ha spodestato persino Michelangelo: basta un suo quadro per decretare il successo di una mostra. Eppure è andata davvero così: Michelangelo Merisi, da Caravaggio, ha subìto un autentico oblìo dalla fine del Seicento al Novecento inoltrato. E a risuscitarlo negli anni Cinquanta del secolo scorso è stato un leggendario storico dell’arte italiano, Roberto Longhi, aprendogli la strada di un nuovo e indiscutibile trionfo.

Storia di una sfortuna

Forse il nostro eroe era nato sotto una cattiva stella. Perché ebbe la “ventura” di raggiungere il successo all’inizio del Seicento, un secolo mal giudicato dai posteri. Una sorta di buco nero tra la gloria del Rinascimento, il tempo dei Lumi e la lunga stagione del Neoclassicismo, che celebrava l’antichità greco-romana. «Secondo la storiografia dell’inizio del XX secolo, il Merisi è stato uno dei protagonisti esemplari di un periodo segnato dall’oppressione politica e dal trionfo della Chiesa controriformata», spiega Francesca Cappelletti, docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Ferrara e autrice di Caravaggio. Un ritratto somigliante (Electa).

Irene Merli / Focustoria