Da fra’ Pacioli al Taccola, da Brunelleschi a Toscanelli, alcuni “cervelloni” che fecero grande l’Italia fra ‘400 e ‘500. Ciascuno con un curriculum multiforme, oggi impensabile.

L’Archimede senese
Mariano di Jacopo da Siena, detto “il Taccola” (1328-1458)

Fu uno dei più influenti ingegneri del primo Rinascimento, oltre che scultore e scrittore. Dei suoi studi – che pure influenzarono molti ingegneri del XVI secolo che ne tramandarono i disegni – abbiamo saputo poco fino agli Anni ‘60 quando, nelle biblioteche nazionali di Firenze e Monaco (Germania), furono riscoperti gli originali di alcuni suoi trattati.

Il suo ambito principale di studi, che gli valse il soprannome di “Archimede senese”, fu l’ingegneria idraulica. Cercò di dotare la sua città, sprovvista di corsi d’acqua nelle vicinanze, di un sistema di approvvigionamento idrico efficiente. Come ingegnere militare lavorò a un sistema di difesa della città di Roma per papa Callisto III.

D. Venturoli et G. Pizzorni