Da lunedì 18 luglio 2011 sono diventati legali in Italia il poker-cash e i giochi da casinò online: dadi, roulette, black jack.

La liberalizzazione di poker e casinò online, studiata dai tecnici del ministero dell’Economia, è una rivoluzione – culturale, giuridica, economica – che promette di cambiare le abitudini degli italiani e rimpinguare abbondantemente le casse dello Stato e degli operatori del settore.
Infatti, poker cash e casinò online potrebbero risolversi in un affare enorme: un miliardo e mezzo di euro al mese (800 milioni per il poker e 700 per il casinò). 18 miliardi all’anno, molto al di sopra dei circa 4,8 miliardi di euro annui che il settore fattura oggi. Lo Stato incasserà un’imposta del 20% al netto delle vincite restituite al giocatore.
Un’entrata che potrebbe provocare un notevole balzo in avanti per i Monopoli di Stato, che l’anno scorso hanno già totalizzato la cifra record di 61 miliardi di introiti – tra lotterie, superenalotto, videolotteries, skill games: praticamente, il 4% del Pil nazionale.
Se per lo Stato sarà un affare, secondo i critici non è da sottovalutare il rischio che aumentino le persone dipendenti e che la criminalità organizzata si infiltri nel settore.