È morto a 91 anni. Fu lui che ispirò con i suoi racconti La vita è bella a Roberto Benigni. Era uno degli ultimi sopravvissuti romani alla Shoah. Era nato proprio nella capitale, il 22 gennaio 1920. 

Arrivò nel campo di sterminio a 18 anni, dopo essere sfuggito ai nazisti il 16 ottobre del 1943, nel ghetto di Roma, catturato dalla polizia fascista sei mesi dopo. Era l’inizio del suo «lungo viaggio verso la morte», così chiamò la sua deportazione, dove perse il nome («Ad Auschwitz non ero più Rubino Romeo ma l’ebreo A 15810 da eliminare»), ma non la speranza. La sua storia, l’ha raccontata nel libro per le scuole Ho ucciso Hitler. E l’aveva fatto davvero: «Io sono ancora qui sano e salvo: ho una bella famiglia, festeggiato le nozze d’oro, e 12 splendidi nipoti». Benigni lo ricorda così: «Era un personaggio davvero speciale, parlava di cose tremende con una leggerezza particolare. L’ho tenuto sempre nel cuore».