Un secolo fa, l’Italia finiva in mano ai fascisti mentre Gabriele D’Annunzio, icona vivente e protagonista di imprese di guerra tanto velleitarie quanto clamorose, si autoconfìnava nel lussuoso esilio del Vittoriale.
Nel novembre 1921 usciva, per l’editore Treves, il Notturno di Gabriele D’Annunzio. L’opera, un diario intimistico, era stata scritta nel 1916, dopo l’incidente di volo che lo aveva reso quasi cieco. La perdita dell’occhio aveva acuito i suoi altri sensi, come scriveva il poeta abruzzese, potenziando il tatto e l’udito, che lo facevano sentire un “orbo veggente”. Così si firmava nei messaggi al suo editore e a Benito Mussolini.