“Non è il ponte di Messina, è il ponte degli italiani”. Sono le parole con cui Matteo Salvini, leader della Lega e ministro delle Infrastrutture del governo di Giorgia Meloni, ha annunciato il progetto del ponte che dovrà unire la Sicilia alla Calabria. La camera e il senato hanno dato l’OK e i lavori partiranno nell’estate del 2024 per concludersi nel 2030, queste le promesse di Salvini. Non ci sarà più bisogno dei traghetti per l’1,8 milioni di automobili, 800.000 camion, 60.000 carri ferroviari. Secondo il progetto si tratterà di un’infrastruttura lunga 3.666 metri. Da Villa San Giovanni, sul versante calabrese, a Messina, in Sicilia, sei corsie per le automobili e due binari per i treni. Sarà un ponte da record per via della “campata unica”, senza piloni centrali, lunga 3.300 metri, che renderanno il Ponte sullo Stretto il ponte sospeso più lungo mai realizzato al mondo. 

A reggere una struttura di queste dimensioni ci saranno due piloni alti 382 metri, più alti dell’Empire State Building di New York e della Torre Eiffel di Parigi. È un vecchio sogno italiano o piuttosto dell’antica Roma dato che i Romani, racconta Plinio il Vecchio, costruirono un ponte fatto di barche e botti per collegare Messana e Regium. Era il 251 a.C. e l’obiettivo non era quello di far passare 6.000 veicoli all’ora e 200 treni al giorno, ma quello più modesto di trasportare 140 elefanti, catturati in Sicilia ai Cartaginesi durante la prima guerra punica. 

Insomma una vecchia storia. Intanto sono stati già spesi 300 milioni di euro per le progettazioni e i primi lavori. Ci vorranno 15 miliardi di euro per costruirlo, se va bene. E poi dove trovare tutti questi soldi, visto che l’Italia ha un debito altissimo di 2.762 miliardi di euro. Senza parlare del fatto che il ponte dovrebbe essere costruito in una delle zone più sismiche d’Italia e d’Europa. Molti si chiedono perché non investire piuttosto i soldi nelle infrastrutture locali, nelle reti ferroviarie della Sicilia e della Calabria, due regioni dotate di treni lentissimi? Insomma il Ponte sullo Stretto rivela una sfida tra il sogno e l’incubo due tratti ben distintivi dello Stivale.