A inventare Diabolik, 60 anni fa, furono le sorelle Giussani, due signore della Milano bene con la passione per il giallo.

La normalità a volte stanca. Anche quella viziata, vissuta nella bambagia di una famiglia benestante della media borghesia milanese. E chi la vive spesso sogna di evaderne. Non si può spiegare altrimenti la doppia anima, borghese e ribelle, delle sorelle Giussani: Angela, classe 1922, e Luciana, 6 anni più giovane, ragazze della Milano bene ma legate per la vita a un criminale incallito, ladro e assassino senza pentimento.

Le potremmo quasi definire vittime della sindrome di Stoccolma, innamorate com’erano del loro sequestratore: quel celebre re del terrore a fumetti che era anche la loro creatura, quel Diabolik che le portò via con sé, in un mondo – criminale agli occhi dei benpensanti – che era un ufficetto di 15 metri quadrati, invaso da fumo, fogli e macchine da scrivere, ma impregnato dell’odore inebriante della libertà.