Adriano Olivetti era un visionario, un imprenditore fuori dal comune che ha costruito un importante pezzo di storia italiana della prima metà del ‘900. A 60 anni dalla sua scomparsa, avvenuta per un malore improvviso il 27 febbraio 1960, continua a crescere l’interesse per la sua opera e il suo pensiero.

Adriano Olivetti è una delle persone di cui andare più orgogliosi in Italia: un imprenditore talmente rivoluzionario e avanti con i tempi per la sua epoca da risultare incredibilmente attuale.
Da ragazzo iniziò a lavorare come operaio nella fabbrica fondata dal padre (la celebre Olivetti, appunto), per poi andare negli USA a studiare e visitare molte fabbriche tra cui gli stabilimenti Ford. Fu lì che si rese conto di quanto fosse importante dotarsi di metodi scientifici di organizzazione del lavoro e ottimizzazione della produttività.
Fu questo che lo portò a porre le basi per produrre veri e propri oggetti di culto, come la pluripremiata macchina da scrivere portatile “Olivetti Lettera 22”, fino a giungere ai primi calcolatori elettronici (nient’altro che computer), come “ELEA 9003”, e a ricevere il premio dalla National Management Association di New York del 1957, per “l’azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale”.