Pubblichiamo questo approfondimento sulla lingua italiana in un periodo insolito della nostra storia. Un periodo di crisi, durante il quale assistiamo alla nascita di parole nuove e al cambiamento del significato di parole che credevamo di conoscere. In pochi mesi, abbiamo visto la realtà cambiare sotto i nostri occhi e ascoltato la nostra lingua cercare suoni nuovi per definirla, dimostrando così un carattere malleabile e lontano dalla fissità dei dizionari e dei libri di grammatica.
Proprio la vivacità della lingua italiana è l’aspetto che emerge con più forza da queste pagine: per l’inesauribile ricchezza dei dialetti della Penisola; per la creatività di neologismi che dicono così tanto della nostra politica e della nostra cultura; e perché no, anche per la sua creativa volgarità.
L’Italia, linguisticamente, è sempre stata il Paese ricco e policentrico che è ancora oggi. Eppure, l’altro aspetto che emerge da queste pagine è il modo in cui la lingua italiana sia un’ancora culturale per tutti i suoi locutori: nata secoli prima dell’Unità nazionale, è stata lei ad aver accompagnato gli italiani nella costruzione della propria identità comune.
Ancora oggi, come i lettori di RADICI ben sanno, la lingua rimane uno dei modi migliori per conoscere la storia, la cultura, l’attualità del Paese che tanto amiamo. Ancora oggi – forse oggi più che mai – la lingua é uno strumento indispensabile per comprendere le sottigliezze di una società in continuo divenire.
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Née en 1991 à Lanciano, Francesca Vinciguerra a récemment obtenu son diplôme en littératures française et européenne dans les universités de Turin et de Chambéry, avec un mémoire en littérature post-coloniale française. Depuis septembre 2016, elle vit à Toulouse, ville où elle a entrepris une collaboration avec la revue RADICI et a terminé un service civique avec l’association de musique baroque Ensemble baroque de Toulouse.