Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare”.
Quest’aforisma, di sovente attribuito erroneamente a Mark Twain, riassume quanto accaduto lo scorso 17 aprile, quando sono stati votati i nuovi Comites, Comitati degli italiani all’estero. L’affluenza a queste elezioni è stata bassissima. Su una comunità italiana d’Oltralpe (regolarmente registrata presso gli uffici consolari) di 373mila membri, i voti validi sono stati solo 11.854, il 3,17 per cento del totale: un dato in linea – anzi persino inferiore – con la media mondiale, che si è attestata al 3,75 per cento.

Come raccontato nel precedente numero di RADICI, la colpa è di un’istituzione screditata dopo che, di proroga in proroga, i Comites uscenti sono rimasti in carica un decennio. Ma la responsabilità è anche di un complicato voto per posta, lo stesso che verrà utilizzato per le prossime elezioni politiche, che ha scoraggiato gli elettori e fatto schizzare in alto il numero di schede nulle, soprattutto nelle due principali circoscrizioni francesi: a Parigi i voti non validi sono stati l’8,91 per cento del totale, a Lione addirittura il 10,64.

Alessio Schiesari

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