La leggendaria Notte degli Oscar è molto vicina e l’Italia non vuole sfigurare. Nell’edizione 2017, il nostro Paese ha guadagnato solo una statuetta minore per il miglior trucco, stretta orgogliosamente da Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini.
I tempi della Grande bellezza di Paolo Sorrentino sembrano lontani, ma quest’anno le cose potrebbero cambiare.

I proiettori sono puntati su Gatta Cenerentola, lungometraggio animato diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone. Quattro registi, appartenenti allo studio napoletano Studio Mad, che dovranno competere con altri 26 titoli per aggiudicarsi la candidatura agli Oscar. La competizione sarà durissima, perché i colossi americani dell’animazione come Pixar e Disney sono da sempre i favoriti. Studio Mad d’altro canto è un piccolo studio indipendente ma già messosi in luce al Lido di Venezia per la sua precedente produzione, L’arte della felicità.

Gatta Cenerentola è una rivisitazione in chiave dark della omonima favola di tradizione orale, messa per iscritto dallo scrittore napoletano Giambattista Basile nel XVII secolo. Questa volta niente zucche che diventano carrozze o fate turchine: solo violenza e pistole, tutto illustrato con tratti duri e spigolosi. Non esattamente un cartone per bambini.
«Noi rifiutiamo il valore didattico ed educativo che ancora ha l’animazione» spiega Rak durante un’intervista alla rivista Rolling Stones. «Per me questa forma di arte è esplorazione, come lo è anche il disegno».
Il film ha già riscosso entusiasmi e critiche positive all’ultima Mostra del cinema di Venezia dove è stato salutato con una calorosa standing ovation.