Come sono visti gli italiani all’estero? Nell’articolo precedente abbiamo passato in rassegna i 10 cliché più diffusi, secondo varie analisi sociali. Ma c’è un modo altrettanto efficace per capire come ci vedono all’estero: attraverso la lingua. In particolare attraverso gli spregiativi etnici, i nomignoli con cui siamo indicati in varie lingue. “Ritals”, “babis”, “macaroni” per fare tre esempi popolari in Francia.
Ma non sono gli unici. In ogni Paese in cui gli emigranti italiani hanno deposto le loro valigie, si sono guadagnati un appellativo che metteva in risalto una nostra caratteristica, reale, parziale o distorta. “Macaroni” perché mangiano la pasta, ad esempio.
Accade in tutti i fenomeni migratori: il Paese che riceve persone di altre nazioni si sente invaso, a volte minacciato nella propria identità culturale, quindi, per reazione, tende a marcare la propria differenza e a identificare gli immigrati come “diversi” attraverso una loro caratteristica qualificante.