Articolo tradotto liberamente da Lesechos.fr

Mai così poco numerosi. Con una media di 1,37 figli per donna, l’Italia ha uno dei tassi di fecondità più bassi del mondo, il punto più basso dal 1919, l’unico caso in cui la popolazione italiana è diminuita. Saranno poco più di 490mila i nuovi nati in questo 2016, 8 neonati ogni 1000 abitanti secondo le previsioni ISTAT, che sottolineano anche che l’anno scorso il tasso di mortalità è salito del 10%. Sembra il ritratto di un Paese in tempo di guerra, da cui non si riesce ad uscire. A tutto ciò, si aggiunge anche la situazione degli immigrati: sebbene diventino più numerosi col passare degli anni, anche loro hanno sempre meno figli.
Questi i dati crudi, ma come spiegarli?
In parte, la precarietà economica in cui vivono molte coppie, cui si aggiunge la scarsità di aiuti statali, la riduzione del tempo libero e il ruolo sempre più impegnato delle donne all’interno della società. Per tutti questi motivi, sempre più coppie preferiscono « attendere » prima di avvicinarsi al concepimento di un figlio; si attende, finché non è poi troppo tardi per poterne avere.

Il demografo Massimo Livi Bacci propone una serie di misure opportune per invertire la tendenza. Anzitutto, dare più autonomia ai giovani che vivono troppo a lungo in casa dei genitori, rinforzare la presenza delle donne sul mercato del lavoro e ridurre la simmetria uomo/donna nell’educazione dei figli e nelle faccende domestiche.