Il primato tutto negativo degli istituti di pena italiani. Sovraffollamento, alto tasso di suicidi, scarse cure mediche. Ecco il rapporto del Consiglio d’Europa sulle nostre carceri.

Un punto di non ritorno. Il problema non è più solo il sovraffollamento (che rimane comunque una criticità) ma l’analisi del Consiglio d’Europa mette in luce altri aspetti che pure sono inquietanti sulle prigioni italiane.
Tutto inizia l’8 gennaio 2013, quando la Corte di Strasburgo condanna l’Italia per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani per il trattamento riservato ai carcerati e per l’eccessivo affollamento delle prigioni. L’Italia è risultata nella « top ten » dei Paesi con il maggior numero di detenuti per posti disponibili. In quel momento, con 66.271 detenuti e 45.568 posti disponibili, c’erano 145 carcerati per ogni 100 posti. Peggio ancora, dei 66mila detenuti, ce ne sono 11mila che sono detenuti in attesa di un processo.

Tutto qui?
Proprio no. Al sovraffollamento si aggiungono anche il numero di suicidi in carcere, non solo tra i detenuti ma anche tra le guardie carcerarie. Nel 2011 i suicidi dietro le sbarre sono stati 63; solo la Francia ha fatto di peggio con 100 suicidi in un anno.
Riportiamo qui un dato relativo agli ultimi 12 mesi, estratto da un’inchiesta del periodico L’Espresso:

Nel corso dell’anno 2013 – si legge nel rapporto di Antigone – i detenuti deceduti in carcere sono stati novantanove. Tra le cause, 24 decessi per malattia, 47 per suicidio e 28 per motivi che devono ancora essere accertati. Il primato della morti spetta a Roma Rebibbia (11 decessi in totale di cui 2 per suicidio, 3 per malattia e 6 per cause non accertate). Il detenuto più giovane aveva 21 anni, era marocchino e si è impiccato il giorno dopo Ferragosto nella casa circondariale di Padova. Il detenuto più anziano, invece, aveva 82 anni ed è morto per un malore a Rebibbia. Nonostante fosse affetto da gravi patologie e fosse stato recentemente colpito da un ictus, il Tribunale di sorveglianza aveva rigettato la sua richiesta di scarcerazione. Era molto anziano (81 anni) anche Egidio Corso, detenuto nel carcere di Ferrara, morto durante uno sciopero della fame mentre stava protestando perché non gli avevano concesso una misura alternativa al carcere. In completa solitudine, invece, si è tolto la vita Pasquale Maccarrone, 27 anni, impiccandosi con il lenzuolo del letto nel carcere di Crotone, il giorno dopo il suo arresto.

Insomma, una situazione non più sostenibile in un Paese europeo progredito come il nostro, e non è un caso se il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha più di una volta chiesto ed incoraggiato il Parlamento a prendere provvedimenti in tal senso, ma fino ad oggi i suoi moniti sono rimasti inascoltato da tutti, se non dal leader del Partito Radicale Marco Pannella, che da sempre si batte per migliorare le condizioni dei detenuti arrivando ad uno sciopero della fame e della sete che ha seriamente minato la sua salute fisica costringendolo ad un letto d’ospedale più di una volta.