In occasione del Marathon des mots 2012, abbiamo incontrato Carlo Lucarelli, considerato uno dei maggiori rappresentanti del noir italiano. Dagli anni 1990 ha saputo rappresentare, attraverso racconti e romanzi, la storia della Penisola, dagli anni del Fascismo ai giorni nostri.

La metà oscura dell’anima, il lato sinistro del cuore: ecco alcune definizioni che lei ha dato per definire lo scopo della sua scrittura noir. Cosa può aggiungere in proposito? Con quelle parole volevo dire molte cose. Intanto descrivere il nostro campo d’azione: noi raccontiamo la parte nascosta e spesso segreta di un individuo, di una società o di un periodo storico, e lo facciamo mettendo in scena i suoi incubi, come farebbe uno psichiatra, con l’intento di curarli. Noi raccontiamo quello che non va e che non funziona, quello che si inceppa, facendo del noir – anche quando non vogliamo – letteratura sociale, di denuncia e politica. Poi volevo indicare il modo con cui lo facciamo: raccontando le cose da un punto di vista diverso – sempre segreto e nascosto – da un lato «sinistro», alternativo a quello ufficiale.

Intervista raccolta da Antonella Capra e Rocco Femia

Bottone Radici