La frase è pronunciata da Tancredi, un personaggio del libro Il Gattopardo (1958) di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Tancredi (nell’omonimo film interpretato da Alain Delon), è il nipote del principe di Salina (interpretato da Burt Lancaster). È la risposta di un rivoluzionario assennato, che conosce il dolore della frattura con la classe dirigente in declino e non vuole tradirla. Il romanzo è ambientato nel momento del passaggio dal regime borbonico al Regno d’Italia. Dal libro, e da questa frase in particolare, deriva l’espressione “gattopardismo” per indicare l’atteggiamento di chi si adatta a una nuova situazione politica fingendo d’esserne promotore, per conservare potere e privilegi.