Un cantautore di quelli che di rado si vedono in giro di questi tempi: pacato, colto senza mai esibirlo, pieno di poesia, lontano dai cliché sensazionalisti di un ambiente che ci ha messo troppo tempo ad accorgersi del suo talento. Ci ha lasciato, stroncato da un male incurabile, in una mattina di primavera: senza far rumore, com’era nel suo stile.
Mi è sempre difficile dar l’addio a un artista senza scadere nel retorico o lasciarmi prendere da un eccesso di struggimento emotivo, tanto più avendolo conosciuto personalmente, e apprezzandolo non solo come compositore e interprete, ma anche per il suo modo di esserlo.