Nel cuore di Roma c’è il Pantheon, il tempio con la cupola in cemento più grande del mondo. Come hanno fatto gli antichi Romani a costruirla? E, soprattutto, perché?

Volli che questo santuario di tutti gli dèi rappresentasse il globo terrestre e la sfera celeste, un globo entro il quale sono racchiusi i semi del fuoco eterno, tutti contenuti nella sfera cava” (Traduzione di Lidia Storoni Mazzolani). [« J’avais voulu que ce sanctuaire de tous les Dieux reproduisît la forme du globe terrestre et de la sphère stellaire, du globe où se renferment toutes les semences du feu éternel, de la sphère creuse qui contient tout. »  (Marguerite Yourcenar, Mémoires d’Hadrien, 1951, Plon)].
Così è descritto il Pantheon dalla scrittrice Marguerite Yourcenar nel suo romanzo Mémoires d’Hadrien, con le parole del protagonista. L’edificio più straordinario dell’antica Roma, emblema stesso dell’architettura occidentale, ha infatti tra le sue caratteristiche più marcanti la perfezione geometrica: il suo interno racchiude una sfera perfetta, che idealmente accarezza la volta e sfiora il pavimento nel punto centrale. Perché il segreto del Pantheon è racchiuso proprio lì, nel suo ventre cavo, un enorme spazio vuoto illuminato dal sole attraverso l’oculo posto al vertice della cupola, in modo da marcare – secondo un recente studio – la data più sacra dell’Impero, il 21 aprile, giorno della fondazione di Roma.

Andrea Parlangeli

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