È finito il letargo invernale. Lo annunciano i profumi dei fiori appena sbocciati, le piante che germogliano e le primizie che arrivano sui banchi dei mercati italiani. È tempo dei gioielli verdi in cucina, nati sotto l’influenza benevola della primavera. Tempo di piselli, fave, agretti, asparagi e puntarelle. Scopriamo come li cucinano gli italiani, non senza qualche piccola curiosità.

Merce rara e pregiata, come vi dicevo, che arriva in anticipo, quando le temperature si abbassano ancora e l’alternanza fra il freddo e i primi raggi di sole rende dolci e teneri gli ortaggi primaverili.
Piselli, fave, agretti, carciofi, asparagi, cicorie – mille sfumature di verde che rallegrano la vista e che insieme alle vitamine, li rendono un perfetto toccasana. Un vigoroso aiuto per depurarci dalle tossine accumulate, ahimè, in questo inverno pandemico.
È dunque la cucina a riconnetterci con i grandi ritmi della natura, e in questa epoca di grande attenzione al cibo riemergono le cure che i nostri avi hanno dedicato alla terra, selezionando per generazioni innumerevoli varietà di ortaggi. Questo articolo è un omaggio oltre che un viaggio fra i sapori, la geografia, la storia e anche la lingua italiana.