Dal 1797 all’annessione all’Italia, a Venezia dominarono, con parentesi francesi, gli austriaci. Lasciarono “spritz” e “schei”, ma la privarono anche della libertà.

Al mattino colazione con cappuccino e kipferl, oppure uno spritz per aperitivo, da pagare con i schei. Gli austriaci hanno governato Venezia per 68 anni e la loro eredità è ancora viva ai nostri giorni. Sono stati loro a mettere ringhiere di ferro lungo rive e ponti, che una volta ne erano privi. E sono stati loro a introdurre una moneta che si chiamava Scheidermünze: se anziché leggere la prima sillaba in tedesco, cioè sciai, la si legge in italiano, ovvero schei, ecco la parola che ancora oggi in Veneto si usa dire per “soldi”. Anche se nelle commedie di Carlo Goldoni si ritrova il più antico termine bezzi. E poi ancora spritz, parola che viene dal tedesco spritzen, “spruzzare”, e tuttora a Vienna servono il “vino spruzzato”, mentre a Venezia qualcuno ha avuto l’idea di aggiungerci un po’ di liquore rosso (Campari, Aperol, Cynar) ottenendo lo spritz, appunto, un aperitivo ormai apprezzato in tutto il mondo. Senza dimenticare il kipferl che a Venezia (dove tutti lo chiamano kiffel) è una specie di croissant fatto con la sfoglia e le mandorle, mentre i primi a mettere a punto il kapuziner sono stati i viennesi, con la panna montata. Quando la bevanda ha valicato le Alpi, la panna è stata sostituita dal latte e nacque il cappuccino. Infine il krapfen, dal Lombardo-Veneto ha conquistato vasti territori italiani diventando bombolone a Roma.

Alessandro Marzo Magno / Focus Storia

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