La frase è la libera traduzione della locuzione latina Homus sum, humani nihil a me alienum puto, cioè “Sono un essere umano, niente di ciò che è umano ritengo estraneo a me”, del commediografo latino Publio Terenzio Afro (II secolo a.C.). Fu ripresa durante l’Umanesimo e il Rinascimento per esaltare l’humanitas, mentre oggi è citata soprattutto per alludere alla debolezza della natura umana, alla difficoltà di evitare gli errori e mostrarsi aperti a ogni esperienza.