Una legge ha finalmente equiparato le atlete donne ai colleghi uomini, rendendole professioniste di fatto e a tutti gli effetti. Quest’estate ci siamo esaltati, appassionati, commossi di fronte alle imprese delle calciatrici azzurre ai Mondiali. Abbiamo esultato ai trionfi di Federica Pellegrini, pianto per l’argento di Benedetta Pilato. Per lo Stato quelle atlete erano tutte dilettanti, prive di ogni genere di tutele e diritto contrattuale sulle prestazioni di lavoro sportivo. Quello di oggi è un traguardo storico, che va a colmare una lacuna legislativa indegna, impronunciabile nel 2019. A poco a poco, un passo alla volta, cominciamo ad assomigliare a un Paese civile.