Non smetteremo mai di ricordare il loro esempio. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due italiani, due siciliani che hanno incarnato il momento storico preciso in cui l’Italia poteva andare in direzione contraria al sistema mafioso e cambiare, finalmente, il volto del Paese. Qualcuno decise diversamente. Lorenzo Tosa ci ricorda, nel trentennale della morte dei due giudici, questa svolta mancata e la solitudine irresponsabile nella quale lo Stato lasciò due dei più lungimiranti e lucidi servitori della verità.

Giovanni Falcone incominciò a morire quel giorno di fine settembre del 1991 in cui venne colpito alle spalle, dal fuoco amico. Se ne stava seduto su una panchina rossa, davanti alle 592 persone che affollavano il teatro Parioli di Roma e gli oltre 10 milioni di italiani incollati al televisore da casa.

Lorenzo Tosa, 35 anni, giornalista professionista, grafomane seriale, collabora con diverse testate nazionali scrivendo di politica, cultura, comunicazione, Europa. Crede nel progresso in piena epoca della paura. Ai diritti nell’epoca dei rovesci. “Generazione Antigone” è il suo blog.