Legalizzati ormai da qualche anno, slot machine e video poker sono diffusi in moltissimi bar italiani, al punto che più di una persona si è ritrovata indebitata a causa della “febbre del gioco”. Ma a Cremona una coraggiosa proprietaria di bar, Monica Pavesi, ha preferito rinunciare alle slot machine nel suo esercizio commerciale. Eppure da queste macchinette mangiasoldi i gestori di bar ricavano generosi introiti: nel caso specifico arrivavano a fruttare anche 1.500 € ogni 15 giorni. Cosa le ha fatto cambiare idea? “Le ho spente perché non sopportavo più di vedere persone che si rovinavano”. Ora il Comune, da tempo impegnato in una crociata anti-slot, ha deciso di premiarla: “Un gesto coraggioso – ha detto il vicesindaco Carlo Malvezzi – che può essere un esempio per tutti i suoi colleghi”.

Giovanni Canzanella

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Rédacteur et webmaster de RADICI