L’espressione « franchi tiratori » deriva dal francese franc-tireur, che nel gergo militare indicava un guerrigliero non inquadrato (franco, ovvero libero) nell’esercito regolare.

I franchi tiratori erano dunque gruppi o singoli individui che operavano isolati contro forze regolari. Sebbene in Francia i francs-tireurs fossero apparsi già alla fine del Settecento, nella lingua italiana il termine è stato introdotto per la prima volta nei resoconti giornalistici della guerra franco-prussiana (1870-71).

I franchi tiratori si nascondevano in posizioni strategiche e cercavano di sparare senza farsi scoprire. Proprio facendo riferimento a questo modo di agire, l’espressione viene utilizzata, a partire dagli Anni ‘50, nel linguaggio politico e giornalistico: viene detto “franco tiratore” quel parlamentare che, approfittando di uno scrutinio segreto, vota in modo diverso da quello concordato con il proprio schieramento e contro le indicazioni del gruppo di appartenenza. Un esempio? Aprile 2013, votazione per il presidente della Repubblica: alcuni deputati del Partito democratico non votarono per Romano Prodi, candidato scelto invece dal loro partito.

Domanda posta da Saverio Falco