Gabiele Salvatores, classe 1950, è uno di quei registi (quei GRANDI registi) che si fa vedere poco e ultimamente le sue produzioni sono uscite un po’ in sordina. L’ultimo film che porta la sua firma è del 2019, Tutto il mio folle amore, ma oggi rilascia attraverso il portale RaiPlay la sua ultima fatica: un documentario dal titolo Fuori era primavera. Si tratta di un documentario « collettivo », cui hanno partecipato 8.000 persone; non parliamo di attori o di comparse, ma di persone comuni che hanno girato dei video amatoriali durante il lockdown, e che Salvatores ha montato e rimontato (con l’aiuto di Massimo Fiocchi e Chiara Griziotti) per inviare una specie di messaggio in bottiglia, con il quale racconta gli alti e i bassi, le solitudini e le gioie degli italiani in questo 2020 disastrato: le piazze vuote, i canti dai balconi, i medici della prima linea ed il lento ritorno alla semi-normalità.
Gabriele Salvatores, nato a Napoli, è vincitore dell’Oscar come miglior film straniero nel 1991 per Mediterraneo ed ha negli anni acquisito la noema di regista fortemente eclettico, che ama cimentarsi con tutti i generi: dalla fantascienza di Nirvana, ai thriller (Io non ho paura) e perfino il noir come Quo vadis baby? (che nel 2008 divenne anche una bellissima serie tv per Sky).
A partire da oggi, 10 dicembre, il documentario sarà dunque disponibile sulla piattaforma di RayPlay, fino ad arrivare su Rai3 il prossimo 2 gennaio, un augurio affinché il nuovo anno sia meno crudele.

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