Cinema d’autore e cinema comico, ambientazioni inaspettate, registi ed attrici di primissimo piano. Ecco come Napoli e la Campania stiano diventando una grande fabbrica di cinema.

Cinecittà e Hollywood, due sacri templi del cinema dove produzioni, registi ed attori sgomitano per avere un posto sotto le luci dei riflettori. Sgomitano per poter vedere il loro nome sui poster dei film in prossima uscita. Eppure qualcosa sta lentamente cambiando.
Ad averlo notato è stata Ciak, la più importante rivista mensile di cinema in Italia. Il film che avuto più incassi in questa stagione è stato Si accettano miracoli, una commedia di buon livello firmata ed interpretata (in un esilarante dialetto partenopeo) dal napoletano Alessandro Siani. Per lui, oltre 15 milioni di euro.

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Salma Hayek nel film di Matteo Garrone “Il racconto dei racconti”

L’anno prima, un enorme successo aveva accolto Mario Martone, un altro napoletano, che insieme ad Elio Germano ha portato sullo schermo la vita e le opere di Giacomo Leopardi ne Il giovane favoloso, in buona parte ambientato proprio alle pendici del Vesuvio. Impossibile poi non citare Paolo Sorrentino e Toni Servillo, con l’Oscar per La grande bellezza. C’è poi Valeria Golino, attrice napoletana che all’ultimo festival di Venezia è stata premiata con una Coppa Volpi, e Luca Zingaretti che nel suo ultimo film, Perez, veste i panni di un avvocato in declino che si trova a confrontarsi con un boss della camorra, proprio tra i grattacieli del Centro Direzionale di Napoli. Potremmo ancora citare il regista romano Matteo Garrone, ispiratosi allo scrittore napoletano Gianbattista Basile per la sua favola Il racconto dei racconti.

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Una scena dalla serie-tv “Gomorra”, ambientata nella periferia nord di Napoli

Insomma, la Campania è diventata un gigantesco set cinematografico, dal centro di Napoli alla Costiera Amalfitana, da Caserta fino a Capri ed Ischia; 500 progetti sono nati tra i suoi confini: mega produzioni hollywoodiane come Angeli e Demoni, oppure Love is all you need, che ha portato Pierce Brosnan in Costiera Amalfitana; produzioni nazionali ma anche fiction. L’esempio più noto è Gomorra, serie-tv tratta dall’omonima opera dello scrittore Roberto Saviano, interamente girata a Napoli e dintorni, venduta e tradotta in oltre 50 paesi.
Contando tutto ciò, possiamo quindi parlare di una Napoli vague, la nascita di un vero e proprio star system che sta occupando (rimpiazzando, forse?) lo spazio che prima era riservato alla Cinecittà di De Sica, Sergio Leone e Federico Fellini. Personaggi di altissimo spessore cui nessuno oggi può paragonarsi, ma chissà che proprio sotto il Vesuvio il nostro cinema non trovi il modo di imporsi di nuovo all’attenzione del mondo.

P.s. Se avete visto l’ultimo James Bond, Spectre, di certo avrete notato che l’agente segreto più famoso del cinema si fa insultare in malo modo con un colorito appellativo dialettale (“Strunz!”), proprio da un “cattivissimo” napoletano, Peppe Lanzetta. Con i complimenti del regista Sam Mendes.

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