Il cinema, in ogni angolo del mondo, ha subito un forte contraccolpo dalla pandemia di Covid-19, con le sale chiuse e alcune delle più importanti produzioni cinematografiche che vengono rimandate di mese in mese. L’Italia non fa eccezione, al punto che molti registi, (uno tra tutti il premio Oscar Gabriele Salvatores) stanno lentamente rivolgendo la loro attenzione al mercato delle piattaforme di diffusione online. Salvatores ha infatti prodotto e pubblicato su RaiPlay il docu-film Fuori era primavera, e molti altri stanno seguendo la stessa strada. Netflix, Amazon, Disney+ offrono infatti cifre da capogiro a rinomati registi, affinché producano e dirigano film in esclusiva sulle loro piattaforme; il leggendario Ridley Scott è uno degli ultimi acquisti di Warner TV con la sua serie Una nuova umanità (Raised by wolves, nella versione originale).
Di contro, molti registi italiani non vedono il proliferare di questi contenuti online nella stessa ottica, preferendo invece il fascino delle sale da cinema, al costo anche di rimandare le loro produzioni di mesi, in attesa di tempi migliori.

Il primo esempio è Carlo Verdone, il regista romano che con un film già pronto (Si vive una volta sola) impacchettato e presentato con tour in tv e manifesti, è stato costretto a rimandarne l’uscita, prevista inizialmente per febbraio 2020. « Abbiamo deciso insieme al produttore e alla distribuzione che faremo il possibile per resistere più a lungo per l’uscita sul grande schermo. Attenderemo il più possibile »
C’è poi l’inossidabile Nanni Moretti, il cui film Tre piani, avrebbe dovuto presenziare a Cannes nel maggio del 2020, e attualmente anche la partecipazione a Cannes 2021 è molto in forse. Nel suo caso però, il film è stato bloccato sul nascere, insieme al cast stellare che prevedeva attori del calibro di Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Alba Rohrwacher e Adriano Giannini.
Loro, di piattaforme online e di Netflix non vogliono sentirne parlare, nonostante le offerte ricevute.
Per loro, o cinema o niente.

Anche il dinamico duo dei Manetti Bros. (già vincitori di un David di Donatello nel 2018 per Ammore e malavita e di un Nastro d’Argento nel 2014 per Song ‘e Napule) sembra avere le idee chiare a tal proposito; i due fratelli sono infatti reduci dalla produzione di Diabolik, film tratto dalle avventure dell’eroe nero del fumetto italiano, previsto inizialmente per il 2020. « Per Diabolik ci siamo affidati e fidati; 01 (la società che distribuisce il film, ndr) pensa che sia meglio aspettare la sala e anche se confesso un po’ di inquietudine ci siamo adeguati e ne siamo convinti: questo film va visto insieme ad altre persone in una sala in cui condividi le emozioni ».
E le piattaforme di streaming?
« Non le vediamo come minaccia: stiamo assistendo ad un mutamento culturale nella fruizione, con lo streaming recuperiamo anche tanti film già usciti e anzi coltiviamo l’amore per il cinema che in sala sarà sempre di più vivere un’esperienza ».
Viva Netflix quindi, ma vuoi mettere l’emozione di essere seduto in un cinema?

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Rédacteur et webmaster de RADICI